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L’altro giorno ho letto questo articolo sulla pubblicazione del libro-confessione di Valeria Marini ed ho provato un moto di disgusto.
A parte la sciocca considerazione sulla necessità di far scrivere un libro alla Marini, vabbè ognuno fa ciò che vuole se è il mercato che detta le regole, mi domando il perchè dello scrivere dettagli così intimi della propria vita privata.
Solo il Corriere ha titolato e diffuso la notizia dei due aborti della Valeria Marini. Leggendo ho pensato che fossero avvenuti naturalmente, accade, e l’ho pensato perchè lei ad ogni intervista si lamenta del fatto di non aver avuto dei figli e che l’orologio biologico, si sa, è puntuale comne la morte.
Leggo, invece, che gli aborti sono stati volontari, il primo in giovanissima età e ci potrebbe anche stare, non si è pronti, la situazione non è definita, anche se i metodi per non farli i figli ci sono eccome.
Poi ha incontrato Vittorio Cecchi Gori, che lei stessa definisce il grande amore della sua vita, di cui è rimasta incinta e lui pare le abbia detto, alla notizia "E poi come facciamo ad andare in barca?". E, racconta la Marini, abbiamo deciso DI COMUNE ACCORDO, di interrompere la gravidanza.
Ripeto, posto che ognuno fa quel che vuole, come si fa ad assecondare il desiderio di un uomo capriccioso, sacrificando quella che la natura invece naturalmente ha concesso? Ecco, questa è la cosa che io non avrei raccontato, perchè avrei avuto vergogna di me stessa anche nel momento in cui ho amato un uomo che mi ha "imposto" il suo volere in questo modo.
In questo preziosissimo diario, si scopre anche che da giovane, mentre mi sa che masticava più membri che bistecche, ha avuto anche una relazione con Jovanotti e che si sono amati molto, unica notizia questa che ha meritato visibilità su Repubblica.it e Tgcom.