Ciao Beauty

7 luglio 2008

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Dieci giorni fa, a Bologna, c’è stato il Gay Pride che poi non è più solo Gay bensì Gay Lesbian Trans Bisexual Pride, semplicemente Pride.
Non potevo mancare, era pur sempre un evento anche se sono a malapena una tranquilla eterosessuale, definita successivamente da Vladimir Luxuria eterosolidale.
Le Shopping Crew, grazie alla loro fama indiscussa, erano state contattate dall’Arcilesbica per mettere i dischi sul loro carro. Causa impegni delle socie, su quel carro ci sono finita da sola, con un’ansia da prestazione che mi uccideva. Alla fine è stato tutto bellissimo, tranne una che mi stava con il fiato sul collo per mettere i dischi dopo di me, che millantava precisioni di orari e che forse non si era accorta che era una festa e che non eravamo in Svizzera.
Compagna di tutto il pomeriggio Io_Malo con cui ho interpretato il ruolo della fidanzata felice per tutto il pomeriggio, dai Giardini Margherita, dove gli amici della Libreria Igor mi hanno salutata con un scoppiettante “Ciao Beauty”, fino a Piazza 8 Agosto dove siamo sopraggiunte dopo ore di corteo.
Questo Pride è stata una festa pazzesca, un tripudio di colori e di sorrisi, con la gente distesa in volto e contenta, come da tanto Bologna non vedeva. Gente di tutti i tipi mischiata, tolleranza, senza esibizionismo o esagerazioni come i più morbosi vorrebbero vedere. E poi maschi meravigliosi, lucidi, muscolosi, centinaia di maschi, migliaia di maschi, che ballavano e che ridevano, come gli etero a malapena anno ancora. Schiene meravigliose, tantissime con delle adorabili fossette che sembravano fare ciao ciao a me che forse dovevo prendere il bromuro prima di uscire di casa. Se solo tutti noi etero sapessimo divertirci e sorridere così.

DSCN4813Perchè racconto tutto questo? Il Venerdì precedente il Pride, le amiche A. e S. hanno incontrato un ragazzo di 18 anni, arrivato a Bologna un po’ smarrito giusto per partecipare all’evento. Abbiamo subito stretto amicizia, con lui e con il suo entusiasmo non era difficile. Questo ragazzo, vestito come una ragazza, con uno stacco di coscia pazzesco, ci racconta la sua storia, della sua femminilità tanto invidiata dalle sue amiche, e di episodi anche molto tristi, ambientati in una Sicilia poco incline ad accettare la diversità ma che nell’intimo nell’oscurità ci vive.
Il ragazzo si chiama Michelle ed è il protagonista del webreportage che Fede Mello e Lorenzo Galeazzi, con l’aiuto di altri amici, hanno realizzato sul Pride bolognese 2008 dal titolo “Michelle, è un anno che aspetto”.

25 gennaio 2008

Art first, Art Second

Artefiera

Vernissaggio inaugurale di Arte Fiera, ieri pomeriggio. Ovviamente sono andata con il biglietto che ho recuperato in ufficio da me. Me lo meritavo quel biglietto, dato che l’anno scorso la persona che smistava la posta del superiore improvvidamente lo buttò nella mondezza ed io, disperata e desiderosa di partecipare all’evento, mi ritrovai a ravanare nelle buste piene di foglie di insalata e rifiuti “femminili” con i guanti della tizia che pulisce gli uffici. In quel momento mi ricordo che uscii fuori di me, mi guardai e mi spaventai come Igor di Frankstein Jr quando va a prendere il cervello ABnormal. I biglietti li trovai ma quell’odore di sacco nero misto ai rifiuti, però mi fece venire una gran nausea e passai i giorni il giorno della vernice a casa a vomitare la mia creatura.
Quest’anno tutto è filato liscio. Biglietto in borsa e look frangettato mi reco verso le 19.00 in Fiera. All’ingresso lo spazio è riservato ad alcuni artisti abusivi, tipo uno che steso per terra, infilato con tutta la testa dentro un bidone del rusco, dentro un sacco nero che solo l’idea dell’odore mi ha sovvenuta la disgustosa madeleine. Mentre io entro, escono i genitori di Edoardo, il bambino più influente di Bologna. Lui, papà Sergio in velluto verde, aveva lo sguardo visibilmente preoccupato per la candidatura di Beppe Maniglia sindaco che non vedo l’ora di vederlo con il pile slacciato su petto nudo all’evento di Gennaio 2010. Entro nel padiglione a fare le vasche tra i protagonisti di Persone e Fatti del Carlino. Si possono vedere la Luca "Pentegana bionda" Cordero di Montezemolo, l’Assessore Mancuso, Feliziani, direttore generale di Carisbo, Maccaferri, Roversi Monaco e consorte, Cevenini, Bergonzoni "Belli Capelli". E mentre mi siedo e prendo appunti nel mio quadernetto, mi becca la Sima che lei invece tutta quell’arte la capisce, mica come me che vado lì a curiosare.
Da sola, mi guardo in giro ma nulla colpisce il mio sguardo incolto. Due umarells dietro di me, uno dei quali straordinariamente somigliante al Maestro Mazza, di fronte a delle donne nude protagoniste di una fotografia di chissà quale quotatissima artista, esclamano “Vedi mo’ che busone!”. Improvvisamente mi sono sentita la figlia segreta di Bonito Oliva, che tanto peggio di quei due non ero di sicuro.
E mentre osservo varie opere di nudo femminile, tra cui anche un video, vedo quanto l’arte contemporanea ami le donne di carne, i sederi abbondanti, le tette tettone e la morbidezza delle linee e come indugi nelle imperfezioni, nei peli e nella realtà depurata dal piallante fotoritocco. Rimango colpita da qualche giovane artista di opere bizzarre, cose semplici cheil mio palato grossolano puo’ apprezzare, come disegni su cartone che sembravano della stessa mano di chi ha disegnato il video di Paranoid Android (chi sa parli), omini di segnali stradali rivisitati di un promettente giovane artista e barattoli contenenti fluidi colorati. Faccio chiacchiere qua e là, incontro gli ex suoceri di mia sorella glamourissimi perché io trovo uno della mia città natale anche se vado in Alaska e decido che ora di tornare verso casa che la giornata è stata lunga. Alla fermata incontro alcuni miei amici con cui deciso di ingannare l’attesa del mezzo andando a curiosare alla mostra allestita da Philippe Daverio alla Palazzina Esprit Nouveau. Dentro i camerieri ci inseguivano offrendoci castagnole ripiene di crema, parmigiano fritto nella pastella, strudel di formaggi, prosecco e bibite. Io mi bevo due bicchieri di Coca Cola e frego i bei bicchieri di plastica nei quali avevo bevuto alla faccia dell’assente Daverio, visto poi scorrazzare per via Indipendenza.
In questo weekend frenetico dal punto di vista artistico, vero o presunto, in questa città in cui succede tutto in tre giorni in cui tutti si sentono un po’artisti, perché non dovrei cialtroneggiare un po’ anch’io? Una imperdibile performance de The Shopping Crew animerà domani l’aperitivo del Bar Maurizio, via Guerrazzi 22 a Bologna, dalle 19.00 fino verso le 21.00 per festeggiare il primo anno di Aeiouy Costume e Società.

21 gennaio 2008

Un anno fa

primacandelina

Un anno fa, un pomeriggio sul letto della mia vecchia casa, nasceva Aeiouy Costume e Società, da una costola dello Spettro della Bolognesità e dopo le fatiche del fancleb di Franco Alvisi. Se ne parlava tra amiche e amici al bar, scrivere le cazzate di cui quotidianamente chiacchieravamo al bar per farne un dibattito ampliato fu la mission di questo progetto. "Male che vada ci facciamo due risate tra di noi", questo lo spirito in cui si è aperta la saracinesca di questo salotto che ha visto succedersi un gran numero di ospiti, a sorseggiare the e biscotti virtuali ma non meno gustosi.
365 giorni, 258 post, più di 190.000 clic, tantissimi nuovi amici e anche una coppia, tutto questo in un anno.
Un anno che ha visto la creazione del Movimento delle Diversamente Frigide  (nome creato grazie al genio di Alessandroid), un anno che ha celebrato l’incomunicabilità tra uomini e donne ma un anno in cui si è riusciti un po’ di più a penetrare rispetto a prima nel cervello dell’altro sesso, concludendo che tanto non ci si capisce lo stesso.
Grazie a tutti della compagnia, dei suggerimenti, del supporto, delle risate e delle riflessioni.
L’appuntamento per fare un po’ di balotta è Sabato 26 Gennaio 2008 al bar Maurizio dalle 19.00 in poi, con un po’ della buona musica delle Shopping Crew. Seguiranno aggiornamenti!

M@rkett@

11 gennaio 2008

Poche parole per dire che stasera Hawanna diventerà ubiquo e metterà la musica, come di consueto alla Mambo all’aperitivo, per poi sfrecciare come Superman, a San Lazzaro in via Aldo Moro 14 al Capannone da Ciccio. E pensate un po’ chi ci sarà pure a mettere la musica, anche se in versione ridotta…

19 novembre 2007

Chihuahua o piccole iene?

chihuahua

Con quella matta della Maude, qualche settimana fa, in un impeto di catalogazione, abbiamo individuato l’ennesimo modello femminile a noi DF uguale e contrario. Trattasi di donna chihuahua o come cacchio si scrive, donna piccola, occhioni e grandi tipo quelli con le stelline di Candy Candy, espressione tra lo smarrito e il Pierrot, che pare che una lacrima stia per sgorgare dall’angolo del suddetto occhio. La chihuahua ha anche una vocina flebile flebile, che alle DF sta irrimediabilemnte sul cazzo mentre agli uomini il cazzo glielo fanno drizzare. L’uomo, con il più primitivo del suo istinto, questa cagnolina vuole prenderla tra le braccia, stringerla a sè e proteggerla da tutte le sue malinconie e da tutti gli ostacoli che per sua naturà incontrerà. E mentre l’uomo culla la sua chihauhuina,  e la accarezza premurosamente sul capo e la sbaciucchia amorevolmente sulla fronte, quella che dietro l’aspetto indifeso invece è una piccola e grande iena, si sta accingenda a mettergliela nel culo. Ma l’uomo avrà ottenuto quello che vuole, mettere la scuffietta da crocerossino e avere l’impressione di essere indispensabile, perchè la piccola iena deve essere salvata. E se l’infermierino del Pronto Soccorso guardasse con più attenzione noi DF, che teme e percepisce come delle pericolose orsacchiottone grizzly, scarpe-dipendenti e con l’atteggiamente di chi non deve chiedere mai, si accorgerebbe che le DF non sono più minacciose dell’orso Yoghi. Come si parlava con l’altra componente delle Shopping Crew Smellissa, noi siamo di gran lunga più inclini a prendere le inculate che a dispensarle come fanno i nostri nuovi modelli di vita, le chihuahua – piccole iene.
Io e Maude abbiamo già cominciato con la svolta chihuahua ma dobbiamo allenarci molto ma la fatica non ci spaventa. Intanto abbiamo trovato la sigla per fare lo stacchetto a mo’ di velone.

Breaking News!
Il Tgcom smentisce ciò che noi abbiamo appena scoperto! Sono molto confusa…

16 novembre 2007

Commessa frustrata

Commessa frustrata

Le commesse bolognesi, si sa, non è che godano di ottima fama per la loro simpatia. Mi ricordo che quando arrivai a Bologna, con le mie poche cose chiuse in un fazzoletto appeso ad un bastone, quando parlavo solo la lingua della mia terra, rimasi scioccata dalla sgodevolezza degli esercenti bolognesi. Non che dalle mie parti siano più simpatici o accoglienti, ma qua sembrava proprio facessi un dispetto a varcare la soglia di un negozio. Io, che nelle cuffiette del walkman, ascoltavo le parole di Luca Carboni, dalla Maruconia mi immaginavo ragazze bellissime e piene di vita, sorridenti come i bolognesi sono agli occhi del resto d’Italia, e mi ritrovavo, invece, fighettine con capelli alla moda che pianificavano serate al Matis e al BBC. Chiedere un’informazione, un prezzo, un consiglio, era turbare il loro protratto stato di fancazzismo "a mezza giornata" e, data anche la scarsità di mezzi di cui disponevo, in epoche antidiluviane pre-low cost, evitavo i negozi preferendo le bancarelle della Piazzola.
Ma se le commesse sono frustrate, pare che la colpa sia dei clienti, come ci dice C.F., autrice del testo di cui Maso ha già parlato sullo Spettro.
Stasera alla Libreria Trame, dalle 19.45 in poi, l’attrice Licia Navarrini leggerà passi di Commessa frustrata, a discolpa delle tanto vituperate commesse del centro. La selezione musicale on air sarà curata nientepopodimeno che dalle tre Menadi dello shopping compulsivo bolognese di The Shopping Crew.

5 novembre 2007

Cosa ci fa lui alle donne

berlusconi-bandana

"Il punto G delle donne è l’ultima lettera di shoppinG". Io mi chiedo come c’abbia pensato. E’ un genio, non c’è che dire. Lo inviteremo alla prossima serata delle Shopping Crew.

2 ottobre 2007

Relax – Take it easy

relaxLa scorsa è stata una settimana intensamente lavorativa. Responsabilità, impegni, telefoni squillanti, lavori di fatica mi avevano distrutto l’intestino e ho mangiavo pasticche di Buscopan come se fossero caramelle. Arrivata nella località fuori porta dove si svolgeva l’evento lavorativo, mi regalo un massaggio antistress. 40 minuti per allentare la tensione di mesi e mesi. La massaggiatrice mi rinchiude in una stanzetta buia, aromatizzata e illuminata da candele, sicuro di quelle tossiche. Mi dà la mutandina di carta, che ho scoperto poi essere da uomo, il pacco doveva in qualche modo farmelo capire, e mi dice di stendermi in questo lettino.
La tipa comincia a massaggiarmi e da dove parte se non dal viso (pare che il massaggio rilassante parta proprio da lì), ungendomi la frangetta e i capelli lavati alla mattina all’alba nel tentetivo di presentarmi all’evento in modo degno? Impossibile rilassarsi sapendo che i capelli sarebbero stati unti per tutta la giornata successiva ma unti unti, unti veri, non come da mia paranoia solita. Va bene, ci provo a lasciarmi andare. Mi ricordo che il telefono era rimasto acceso. Altra piccola forma di stress, che cerco di superare. E questa mi comincia a massaggiare davanti e mi tocca, ovviamente, la zona delle tette. E io penso che forse un massaggiatore maschio mi avrebbe impressionato di meno e sento che non mi sto rilassando neanche un po’ con questa che mi tocca dappertutto. E lei si accorgeva, mi diceva di rilassarmi e respirare e io sembravo Maiorca. Comincio a rilassarmi, me lo dovevo, specialmente quando mi mette di schiena, anche se mi tocca i piedi, zona per me tra le più inviolabili. E cominicia a dirmi che soffro di crampi, che porto le scarpe o troppo alte o troppo basse, che per la tensione dovrei assumere tutti i giorni della mia vita il cloruro di magnesio perchè se io non mangion la cioccolata non ho modo di assumerne.
Il massaggio volge al termine. Io sono quasi addormermentata, le dico il motivo per il quale io fossi in quell’amena località. E lei comincia a farmi delle domande. Capisce che stava cagando fuori dal vaso, se ne va e mi invita a rilassarmi e a stare sdriaiata, unta dalla testa ai piedi, coperta dal lenzuolo che sembravo Gesù Cristo dentro la sindone.
E stava per funzionare tutto questo relax quand’ecco che esco fuori da me e mi guardo dall’alto e penso che fuori la kermesse impazzava e io stavo stesa in un lettino imprigionata in un lenzuolo unto. Sono scattata in piedi, ho provato a togliermi l’unto sed frustra, mi vesto e corro verso la vanificazione del massaggio antistress.
Capisco allora che è difficile rilassarsi, che forse il relax deve essere nel dna e che se nasci con una madre ansiosa, è impossibile che tu non lo sia. E i contesti femminili, specialmente, l’ansia l’amplificano perchè si alimenta nel gruppo. Dovrebbe esserci una legge che proibisce i team di lavoro fatti esclusivamente di donne, perchè sono dannosi alla salute delle stesse e degli altri.
Le donne devono stare a casa a fare le tagliatelle invece di imitare male gli uomini. Al massimo se ti viene un buco nella sfoglia, una volta che le tagliatelle le tagli e le butti nell’acqua nessuno si accorge dell’imperfezione del lavoro.

Per rilassarsi stasera, invito tutti come al solito a sentire le tre smandrappate dello Shopping Crew al Caffè della Piazza, in Piazza San Francesco, dalle 19.30 in poi. Non mancate. Potrebbe essere l’ultima volta…

18 settembre 2007

Ancora per una volta e poi…

AB11730V~Girl-Talk-Shopping-PostersAiuola Dj, Dj Smell e Maude Leboschi, le tre squilibrate regine del revival anni’90 sono sempre lì ad attendervi su quel trespolo, per mettere la musica che vi fa tornare adolescenti.
L’operazione nostalgia sarà sempre al Caffè della Piazza, dalle 19.30 in poi.
Vi aspettiamo. Oggi ci siamo, domani chissà…